OneWeekOneDay (2005) EWC15
For computer tape (radiodramma)
No d'opera/de l'oeuvre/der musikalischen Arbeit/of Work SUISA
547341254
NOTA DELL'AUTORE
1. OneWeekOneDay (2005) for computer tape
“Un essere si trasforma in un altro. Il collage non mi interessa assolutamente. Tutte le sonorità sono legate in forma assai sottile attraverso il modo di eseguirle e per il modo di esporle nel tempo e nello spazio. Il materiale di base è sempre lo stesso... Quando vi parlo di alchimia, intendo l’arte di trasformare una materia in un’altra”.
Karlheinz Stockhausen
I. Attraversamenti obliqui
Radiodramma per musica concreta ed elettronica: a collage. In negativo.
La musica elettronica permette di raccontare all’interno di uno spazio molto ristretto con una serie di gesti e movimenti, di descrivere, creando un paesaggio sonoro. OneWeekOneDay è ispirato a Buster Keaton e al suo genio cinematografico. Come in un cortometraggio keatoniano il tempo risulta dilatato, mentre lo spazio è ristretto all’occhio della camera; è il gesto comico sempre “in eccesso” e teso a rompere il limite angusto dell’inquadratura a caratterizzare il mondo immaginario del suo “fare il cinema” (inteso come un comporre, un mettere insieme con un sapere artigiano).
Il cinema come modello di sviluppo spazio-temporale, come riferimento immaginario del comporre in suoni di sintesi e concreti, dove i suoni sono intesi come cose, veri e propri oggetti sonori: immagini del reale. L’elenco potrebbe essere molto lungo: il tuono, l’aeroplano, un’ape, il ping pong, un flipper, alcune bande musicali, un carillon, una radio, le voci degli astronauti...
Questi suoni-oggetto (concreti) uniti a suoni immaginari e di sintesi sono composti in un arco temporale non-lineare (come in un soggetto keatoniano potrei aggiungere!), ricercando, nel suono e nelle sue capacità di rimandare ad un “altrove”, una dimensione teatrale e spettacolare.
Il pezzo è diviso in tre parti (o “event”) ognuna delle quali è intesa come “un omaggio a...”: la prima a Karlheinz Stockhausen, la seconda a Charles Ives e la terza a John Cage. Ogni parte o event è caratterizzata da una ambientazione ben precisa e da una collocazione spazio-temporale altrettanto precisa: la prima è un esterno-notte (nelle vicinanze di un grande centro urbano); la seconda è un centro metropolitano immaginario; mentre la terza è un interno di una sala da concerto: altre suggestioni ambientali sono possibili e altrettanto plausibili. Così da una accumulazione massima si tende verso una rarefazione all’interno di un meccanismo di “ricostruzione lenta” per sottrazione/addizione di materiali combinati secondo una logica a specchio negativo/positivo; non è un collage, se non come “collage in negativo”.
Author's Notes
1. OneWeekOneDay (2005) for computer tape
“One being transforms into another. The collage is of no interest to me. All sounds are closely linked through the way they are performed and the way they are exhibited in time and space. The basic material is always the same... When I talk to you about alchemy, I mean the art of transforming one material into another ”.
Karlheinz Stockhausen
I. Oblique crossings Radio play for concrete and electronic music: a collage. In negative.
Electronic music allows you to tell within a very small space with a series of gestures and movements, to describe, creating a sound landscape. OneWeekOneDay is inspired by Buster Keaton and his cinematic genius. As in a Keatonian short film, time is dilated, while space is restricted to the eye of the room; it is the comic gesture that is always “in excess” and aimed at breaking the narrow limit of the frame to characterize the imaginary world of his “making cinema” (understood as composing, putting together with artisan knowledge). Cinema as a model of space-time development, as an imaginary reference of composing in synthetic and concrete sounds, where sounds are understood as things, real sound objects: images of reality. The list could be very long: the thunder, the airplane, a bee, ping pong, a pinball machine, some marching bands, a music box, a radio, the voices of astronauts ... These (concrete) object-sounds combined with imaginary and synthetic sounds are composed in a non-linear time span (as in a Keatonian subject I might add!), Seeking, in sound and in its ability to refer to an "elsewhere", a theatrical and spectacular dimension. The piece is divided into three parts (or "event") each of which is intended as "a tribute to ...": the first to Karlheinz Stockhausen, the second to Charles Ives and the third to John Cage. Each part or event is characterized by a very precise setting and by an equally precise spatial- temporal location: the first is an exterior-night (near a large urban center); the second is an imaginary metropolitan center; while the third is an interior of a concert hall: other environmental suggestions are possible and equally plausible. Thus from a maximum accumulation we tend towards a rarefaction within a mechanism of "slow reconstruction" by subtraction / addition of materials combined according to a negative / positive mirror logic; it is not a collage, except as a “negative collage”.
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