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TRIGONOS |Con/With Andrea Centazzo e Giancarlo Schiaffini

TRACKLIST

 

1 - Deuterium #1

2 - Deuterium #2

3 - Metapenta #1

4 - Metapenta #2

5 - Reloaded Again

6 - The Real Vibone

7 - Trigonos #1

8 - Trigonos #2

9 - Trigonos #3

10 - Trigonos #4

 

Compositions by Andrea Centazzo/Giancarlo Schiaffini/Sergio Armaroli except 1, 2, 3, 4 by Andrea Centazzo/Sergio Armaroli, 5 by Andrea Centazzo/Giancarlo Schiaffini, 6 by Giancarlo Schiaffini/Sergio Armaroli

 

Personnel

Andrea Centazzo - percussion, malletkat, sampling

Giancarlo Schiaffini - trombone

Sergio Armaroli - vibrafono

 

Recording Data

• PRODUCTION DATA (TIMING-ANNO-NR CAT-BARCODE)

Total time 68:56 STEREO DDD

(p) 2018 DODICILUNE (Italy)

(c) 2018 DODICILUNE (Italy)

www.dodicilune.it

CD DODICILUNE DISCHI Ed402

8033309694023

• RECORDING DATA 

 

Production by Sergio Armaroli and Gabriele Rampino for Dodicilune edizioni, Italy

Label manager Maurizio Bizzochetti (www.dodicilune.it) 

Recorded 8, 9 Dicember 2017 by Piergiorio Miotto at Il Pollaio, Ronco Biellese (Bi), Italy

Mixed and edited January 2018 by Andrea Centazzo at Ictus Records Studio, Long Beach, CA, USA

Mastered September 2018 by Piergiorgio Miotto at Il Pollaio, Ronco Biellese (Bi), Italy 

Covers and photos by Roberto Masotti

Contact: www.sergioarmaroli.com, www.erratum.it

• EXTRA NOTES

“Si ringrazia Roberto Masotti per lo sguardo “oltre il fotografico”: per la simpatia e l’amicizia; Paolo Carradori per l’acuta scrittura e l’attento ascolto.”

Note di copertina a cura di Paolo Carradori

“Può risultare forse emblematico ma al primo approccio con Trigonos mi è sorta alla mente una riflessione, letta qualche tempo prima, di Salvatore Sciarrino, compositore apparentemente lontano da ciò che stavo ascoltando. Sono andato a ricercarla… ”Io sono convinto che l’evoluzione della musica consista nelle trasgressioni di singoli individui, rispetto ad un vocabolario comunemente accettato… Come dire che più è trasgressivo il linguaggio, di tanto diviene personale”. (*) Devo dire che la connessione, l’interdipendenza trasgressione/evoluzione mi piacque subito. Anche se estrapolato da un contesto più ampio, un ragionamento quello di Sciarrino che rende bene l’idea su una musica in continuo movimento, in permanente negazione di estetiche consolidate, come rovesciamento di clichés noti. Il compositore non parla di nuovo, termine rischiosissimo e altamente ambiguo, ma di superamento di un vocabolario acquisito. Qui sta il nodo della questione, allora.

Sergio Armaroli, Andrea Centazzo e Giancarlo Schiaffini in Trigonos lavorano, riflettono, creano insieme sulle loro storie musicali, intellettuali e umane. Li accomuna l’improvvisazione, come procedura, spazio mentale, immersione nei suoni, in se stessi. Artista irrequieto, emancipatore della percussione, affascinato dalla multimedialità, compositore, Centazzo svela lo scenario con un colpo di gong. Suono evocativo, spirituale. Il vibrafono di Armaroli, poeta, pittore, provocatore visuale, risponde e si muove come una farfalla colorata che svolazza elegante. I due viaggiano per un po' insieme senza scontrarsi, sfiorandosi, sognando. Il trombone di Schiaffini, forte di storie che vanno da New Orleans a Ornette Coleman, da Cage a Scelsi, irrompe con quel distacco concreto che modella, offre forma ai suoni. L’elettronica satura con discrezione, amplifica lo sfondo. Trigonos questo è. L’imperfetto equilibrio di tre artisti che viaggiano, cercano insieme. Cercano il dettaglio, la bellezza non come valore estetico autocompiacente, ma moltiplicatore di energie creative, di visioni, di sguardi sulla vita. La trasgressione sta nella dilatazione del proprio Dna musicale per offrirlo agli altri come spazio d’indagine sonora, di idee da condividere. Ma anche nell’esporla con una poetica quasi sottovoce in un momento nel quale troppi urlano parole orrende.”  

Paolo Carradori

(*) S. Sciarrino, “Le figure della musica da Beethoven a oggi”, Ricordi (1998)

 

• BIO

Compositore, percussionista e artista multimediale italiano, Andrea Centazzo è stato per 40 anni un audace esploratore dell'arte contemporanea. Nei primi anni '70 ha introdotto un nuovo concetto di percussione, migrando dal Free Jazz a una nuova forma di musica improvvisata. Alla fine degli anni '70, Centazzo fu uno dei fondatori della NY Downtown Music Scene con la sua collaborazione con John Zorn, Tom Corra, Eugene Chadbourne, Toshinori Kondo e altri, documentati in molti album. Nel 1976 fonda la ICTUS Records, una delle prime etichette gestite da musicisti, registrando con Steve Lacy, Evan Parker, Pierre Favre, Derek Bailey, John Zorn, Alvin Curran, Albert Mangelsdorff, Don Cherry e molti altri. Lasciò la scena musicale improvvisata nel 1986, spostandosi poco dopo a Los Angeles, CA e dedicandosi alla composizione e al video making, Centazzo realizzò 3 opere, 2 sinfonie e quasi 500 composizioni per tutti i tipi di ensemble, oltre a molti film pluripremiati. Torna a esibirsi dal vivo nel 1998, ha creato concerti da solista e concerti solisti multimediali, suonando dal vivo in sincronia con i video che spara e modifica. Il suo ultimo progetto "Einstein's Cosmic Messengers" è stato prodotto da LIGO, Caltech e NASA. La Biblioteca dell'Università di Bologna al DAMS, recentemente dedicata al compositore Fondo Andrea Centazzo dove tutte le sue opere sono raccolte e messe a disposizione di studenti e studiosi.

©2018 Luca D'Agostino

Compositore, trombonista e tubista, Giancarlo Schiaffini è nato a Roma nel 1942. Laureato in fisica, studia musica da autodidatta e partecipa alle prime esperienze di free jazz in Italia negli anni ’60. In quel periodo comincia la sua attività di compositore ed esecutore nel campo della musica contemporanea e del jazz. Ha studiato a Darmstadt con Stockhausen, Ligeti e Globokar e ha fondato il gruppo strumentale da camera Nuove Forme Sonore. Fa parte della Italian Instabile Orchestra. Ha tenuto corsi e seminari in Italia e all’estero e insegnato presso i conservatori “G. Rossini” di Pesaro, “A. Casella” dell’Aquila e nei corsi estivi di Siena Jazz (strumento, improvvisazione, composizione). Ha collaborato con John Cage, Karole Armitage, Luigi Nono e Giacinto Scelsi. Ha partecipato, come compositore ed esecutore, a stagioni concertistiche e festival tra i più importanti del mondo. Sono state a lui dedicate composizioni da numerosi autori come Scelsi, Nono, Alandia, Amman, Castagnoli, Dashow, Guaccero, Laneri, Mencherini, Renosto, Ricci, Villa-Rojo. Ha inciso dischi per BMG, Curci, Cramps, Edipan, Horo, Hat Records, Pentaflowers, Pentaphon, Red Records, Ricordi, Vedette. Gli è stata dedicata una voce dalla Biographical Encyclopedia of Jazz (Oxford University Press) e dall’Enciclopedia della Musica (Utet/Garzanti).

Photo by © Silvio Maffi

La poetica di Sergio Armaroli abbraccia molteplici ambiti espressivi alla costante ricerca di un’unità dell'esperienza. Si dichiara pittore, percussionista concreto, poeta frammentario e artista sonoro oltre a fondare il proprio operare all'interno del "linguaggio del jazz" e dell'improvvisazione come "estensione del concetto di arte". Concentrato su una scrittura diffusa, consapevole di essere produttore "di-segni", dove l'invenzione verbale è "gesto poetico", nella vita è costretto ad uno sforzo pedagogico costante (www.sergioarmaroli.com). Svolge un’intensa attività artistica caratterizzata da un eclettismo stilistico accentuato con una tendenza alla dispersione linguistica come alla rinuncia e ad una forte predilizione per il "silenzio". Si è esibito in qualità di "attore musicale" e percussionista concreto in prestigiosi teatri e sale da concerto internazionali esponendo come artista in ambito off e sperimentale. Ha al proprio attivo numerose pubblicazioni in campo teorico musicale e poetico.  

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"...il trio nasce da un invito di Sergio a registrare un cd lo scorso dicembre [2017]. Il cd che ho poi mixato a Los Angeles è una delle cose migliori di improvvisazione che abbia fatto ultimamente. Sergio è veramente un eccellente musicista e una persona squisita, ed è stato un vero piacere condividere con lui questa nuova avventura artistica. Con Giancarlo abbiamo una storia che è iniziata nel 1977! [...] Spero che il progetto Trigonos continui ad esistere, essendo una ventata di aria fresca nel panorama della stantia musica improvvisata. E di questo ringrazio ancora l'amico Sergio per averci creduto ed investito energie".

dall'intervista ad Andrea Centazzo di Davide Ingrosso, The New Noise

Con Andrea Centazzo e Giancarlo Schiaffini in studio

Photo by Roberto Masotti, 2017

reviews | recensioni

Disco d'improvvisazione dal procedere quieto, quasi emotivamente metafisico, e dalle sonorità nitidamente scintillanti, questo lavoro vede all'opera tre grandi interpreti del genere quali il percussionista Andrea Centazzo, il vibrafonista Sergio Armaroli e il trombonista Giancarlo Schiaffini.

 

Le prime quattro tracce vedono duettare percussioni e vibrafono: il suono complessivo che ne scaturisce oscilla tra il cristallino e il fragoroso, come il clima della musica che vi viene sviluppata senza fretta, facendo interagire suono con suono: i gong, i tamburi, le tessere del vibrafono, tutte nitidamente distinte, inframezzate da riverberi e pause, in una costruizione tra il dialogico e l'evocativo.

Al quinto brano fa il suo ingresso il trombone, dapprima in duo con le percussioni, poi ancora in duo con il vibrafono, infine—nei quattro brani che danno il titolo all'album—in trio. Il clima rimane il medesimo, quieto e sospeso, ma la matericità e il colore scuro del trombone, così come i fraseggi scoppiettanti caratteristici di Schiaffini, aggiungono concretezza: sebbene gong e vibrafono—assieme a un misurato uso di campionamenti—anche qui spingano la musica verso scenari trascendenti, il trombone la richiama al "qui e ora," quasi inquieta voce umana che s'interroga sullo sfondo prodotto dagli altri strumenti, che a loro volta alternano un'articolato ma concorde scintillio a un contrastato trillare del vibrafono e rimbombare dei tamburi.

 

Lavoro dal gusto decisamente contemporaneo, da ascoltare con calma non perché complesso—in realtà il fluire dei suoni è quasi ovunque immediato—ma per la necessità di condividere la pensosa riflessività espressa dalla musica.

 

Neri Pollastri, All About Jazz

Andrea Centazzo, composer and performer, is one of the pivotal figures in the so-called NY Downtown Music Scene of the 1970's. Unluckily he is known here in Italy only as 'Giorgio Gaslini drummer' – he played drums and percussions with Gaslini from 1972 to 1976 – and this fact limited his career at a point that Centazzo chose to move to the Us at the end of the decade. There, he played with John Zorn, Tom Cora, Eugene Chadbourne and Toshinori Kondo.

He also founded his own label, Ictus, and recorded with Steve Lacy, Evan Parker, Pierre Favre, Alvin Curran among the others. At the same time he studied composition. A more complex figure than the 'percussionist' described by the press, Andrea Centazzo has now recorded for the label Dodicilune a new album of his own compositions, with the help of vibraphonist Sergio Armaroli and trombonist Giancarlo Schiaffini. If you want to know more about this couple of musicians, read 

The music provided by this album is 10 compositions, four by Centazzo and Armaroli, two by Centazzo/Schiaffini, and the remaining played by the trio. Being at the border of contemporary music and improvised music, all the compositions have a meditative quality that goes beyond the sum of its parts.

The gestures have a quality typical of the Eastern folk music, but they are not rooted in it: it is more an assonance than a derivation. Listening to the record, I often asked myself how good would it be to listen to this music live in a good theatre, since it's aura would be better exploited in this context.

And in effect, the issue of the record was premièred in Milan, Italy, at the Out Off, a small theatre devoted to theatrical experimentation since the 1970's. Really a good place to start this new adventure for an artist like Centazzo, who in the past has gone well beyond music also thanks to his painted graphic scores.

Complete Communion, Thursday, November 8, 2018

Posted by Gian Paolo Galasi

Triangolazione di personalità che suggeriscono senza equivoci una collocazione creativa entro un'arena sperimentante, Trigonos vanta ed espone nomi già consolidati della nostra avanguardia cui non si può disconoscere anche ruolo testimoniale. 

Il lavoro conferisce peraltro un'idea delle traiettorie ulteriori attraversate dal movimento e dai profili individuale dei suoi attori, riuscendo il soundscape alquanto distante da una certa idea, quanto meno storica, del comunque ampio ad eterogeneo movimento free, e di fatto maggiormente connesso alle sue più nuove esternazioni. 

I materiali nel loro avvio sono in effetti conformati da un gioco percussivo smusso per forza d'impatto e formalmente incruento: in termini partecipativi diremmo che la partita sia giocata in ampia quota tra i metalli e le campionature di Centazzo e le lamine di Armaroli (affidando al vibrafono le più lineari tracce solistiche e alle percussioni un più articolato ruolo scenografico), conferendo all'interplay una connotazione fluida - o non raramente "liquida" - in termini di suggestione timbrica, interpuntata o spezzata dalle affabulanti esternazioni del grave e saettante ottone di Giancarlo Schiaffini, la personalità qui meno espressa ma più direttamente correlata ad un'espressione free canonicamente riconoscibile, che impronta di bellicoso spunto i passaggi in cui assume un vivido ruolo interventistico. 

L'impianto denuncia una fragilità che avvalora l'assunto preliminare del lavoro quale «imperfetto equilibrio di tre artisti che viaggiano e cercano insieme» (risultando forse meno percepibile l'elemento "trasgressivo" dei riferimenti ispirativi), e si sospende ogni valutazione particolarmente sulle "derive cosmiche" della ricerca del titolato Centazzo, di pittoresca tinta orientaleggiante ma di fiacca o punta valenza polemica, persistendo un così connotato scenario sonoro per lo più distante dalle violenze o scabrosità di certe espressioni del free, piuttosto esitando in un mobile gioco d'interazioni e fluente action-playing di non poco (ed insolito) spunto metafisico: l'investimento entro una siffatta operazione costituisce comunque un ulteriore atout nel consolidare l'impegno sperimentante della label salentina, che ulteriormente implementa di nomi forti il parterre in crescita del proprio importante e progettuale braccio avant-garde. 

Scritto da Aldo Del Noce per Jazz Convention

Il trio rivela le proprie intenzioni con parole che possono suonare datate (la trasgressione come motore dell'evoluzione) e che ciononostante, per chi scrive, rivestono ancora un significato nell'epoca della dittatura pop e della sua ideologia che si professa post-ideologica. Centazzo, Schiaffini e Armaroli formano un trio inconsueto (percussioni, trombone, vibrafono, sampling) e imbastiscono un discorso radicale che sfida apertamente il vocabolario e le estetiche consolidate, pur riallacciandosi alle esperienze più oltraggiose dell'ultimo scorcio di secolo. Non è facile interfacciarsi con un'ora di musica così scopertamente ultraterrena. Ma l'ascolto sa essere appagante per chiunque sia dotato di CURIOSITA' E CORAGGIO.

Francesco Buffoli, Rockerilla

Altri due album, extra-Top Jazz, ancora da casa Dodicilune. In entrambi figurano il trombone di Giancarlo Schiaffini (foto sopra) e il vibrafono di Sergio Armaroli, in un caso (Trigonos) in duetti incrociati e trio col redivivo Andrea Centazzo, percussioni ed elettronica, nell’altro (The Out Off Session) nel nome di Alvin Curran, presente a piano, shofar e computer, ma di cui soprattutto si rilegge (stavolta in dvd) il cosiddetto fakebook. Il gruppo, che si allarga fino a sestetto, è ripreso in concerto, al teatro milanese Out Off (da cui il titolo) a fine 2017 e si rivolge a un pubblico avvezzo ai fermenti dell’avanguardia, come d’altronde “Trigonos”, entrambi con momenti anche esaltanti alternati a fasi di ricarica delle batterie.

Alberto Bazzurro, L'isola che non c'era

Tre artisti dalle ampie vedute espressive e formali come Andrea Centazzo, Giancarlo Schiaffini e Sergio Armaroli danno luogo a un lavoro ipnotico, scuro e rischioso. Percussioni, trombone e vibrafono, contornati da elettronica discreta, segnano un perimetro irregolare, disegnato sfruttando spazi e tempi fuori dalle consuetudini e da andamenti prevedibili. L’ascolto rivela atmosfere rarefatte e sospese, inquadrabili in una sorta di avanguardia estetica, dove confluiscono le esperienze passate dei protagonisti, i quali giocano a un continuo rilancio di idee e spunti creativi.

Roberto Paviglianiti, Strategie oblique

Musica certo non per tutti quella proposta da Andrea Centazzo (percussioni, malletkat, sampling), Giancarlo Schiaffini (trombone) e Sergio Armaroli (vibrafono), ovvero tre sperimentatori tra i più acuti della scena contemporanea italiana. In programma dieci brani tutti originali scritti dai tre. E a questo punto crediamo che il quadro della musica contenuta nell’album sia piuttosto chiaro, una musica che non presenta alcun punto di riferimento preciso ma che viaggia da un lato all’altro dell’immaginario triangolo costituito dai musicisti a riaffermare la volontà del singolo di andare al di là di qualsivoglia estetica precostituita, di rifuggire da ogni cliché, di affrontare piste sconosciute alla ricerca del proprio io più profondo. Quindi un’improvvisazione totale che prevede un’immersione completa nei suoni prodotti da ognuno a seconda della propria sensibilità: così mentre Schiaffini mette sul tappeto quell’enorme bagaglio che lo connota e che va dal New Orleans al migliore free-jazz, Centazzo evidenziala sua passione per i suoni profondi, evocativi e Armaroli si muove leggero dispensando pennellate di colore con il suo vibrafono. Il risultato è affascinante, certo alle volte straniante, ma una volta cominciato ad ascoltare “Trigonos” è praticamente impossibile

smettere e così si giunge alla fine in atmosfere sempre ovattate, quasi sottovoce come ad opporsi, rileva nelle note di copertina Paolo Carradori, a quanti oggi usano “parole orrende”. Da sottolineare il coraggio della etichetta salentina nel produrre un album del genere dando così una mano non secondaria allo sviluppo delle “nostre” avanguardie.

Gerlando Gatto, a proposito di jazz

giudizio artistico: ECCEZIONALE

Aspettarsi un album accessibile a tutti, da parte di artisti storici dell'avanguardia italiana come Andrea Centazzo (percussioni, sampling), Giancarlo Schiaffini (trombone) e Sergio Armaroli (vibrafono) sarebbe quantomeno inappropriato. E' invece un piacere, ritrovarli alle prese con un lavoro elegante e raffinato, che ci consegna lo stato dell'arte del loro percorso artistico, culturale e umano. La ricerca e la sperimentazione non si fermano mai, e questa è una bella dimostrazione. Chi sa leggere in filigrana, in Trigonos troverà le trame sottese da artisti quali Cage, Curran, Coleman, Scelsi, la New Age (quella autenticamente sperimentale) e il jazz newyorkese degli anni Ottanta e Novanta. Ma sarebbe riduttivo fermarsi ai presupposti e non guardare la visione d'insieme di un progetto di grande respiro. Se è un ascolto complicato, sono questi i passaggi che l'ascoltatore si troverà a fare. Se, invece, ci si accosta all'album con semplicità e un pizzico di curiosità, si verrà avvolti da un tessuto sonoro e trasportati nella visione di Centazzo, Schiaffini e Armaroli. Al lettore e all'ascoltatore la scelta...

giudizio tecnico: ECCEZIONALE

Non un compito facile incidere musica di avanguardia e improvvisazione, specialmente se a farla sono dei maestri indiscutibili del genere. Per fortuna, Piergiorgio Miotto è un produttore competente e ormai abituato a misurarsi con ogni declinazione del jazz e non solo. Ed è così, che Trigonos ci regala realismo sonoro e profondità, suoni ben articolati e alti trasparenti. Un profilo di ascolto equilibrato ed elegante (complice anche il mastering di Andrea Centazzo), che ben si addice ai contenuti e che favorisce la concentrazione di chi ascolta. Un album, certamente, complesso e non per tutti, ma che può stimolare anche gli audiofili duri e puri, poco avvezzi alla sperimentazione, grazie a un sound complessivo tutt'altro che difficoltoso. La ripresa del vibrafono e delle percussioni, inoltre, è il valore aggiunto dell'intera registrazione, per la varietà delle sfumature, la straordinaria dinamica, l'attenzione all'attacco e al decadimento delle note. Chi apprezza questi dettagli, trova qui pane per i propri denti!

Simone Bardazzi

Rai Radio 3

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