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Photo by ©Roberto Masotti

reviews | recensioni

by Vittorio

by Stuart Broomer

in questo caso dal duo, per l’esattezza quello formato dal vibrafonista bergamasco Sergio Armaroli e dal percussionista inglese Roger Turner, che in Dance Steps (Leo) intavolano un dialogo morbido ma a tratti nervoso meritevole di un ascolto attento e convinto.

Britský bubeník a perkusista Roger Turner (u nás jsme ho mohli vidět například s úderkou Konk Pack nebo se saxofonistou Ursem Leimgruberem) je poněkud silovější hráč než Hauser, ale má stejný smysl pro detaily a drobné vychytávky. To dokazuje i na albu Dance Steps, kde hraje Armaroli na preparovaný vibrafon. V devíti kratších i delších skladbách si oba hrají s různými zvraty a ornamenty. Někdy se vše odehrává velice pozvolna, jindy dokážou do malého prostoru narvat neuvěřitelné množství nápadů. To druhé platí zejména o ani ne dvouminutové skladbě Charlotte´s Underwear Dance, kde Roger hraje údajně také na kuchyňský dřez. Někdy tu najdeme nestejnoměrné souběhy, jindy se do sebe nástroje zakousávají. Nechybí rachot, šoupavé vrzání, eruptivní šumy ani pinkylinky. A jakýsi prazvláštní taneční ráz to vlastně má – zejména třeba v úvodu závěrečné skladby Not.

 JEAN BUZELIN  

‘Dance Steps’ bevat negen, vanzelfsprekend veel kortere stukken. En hier ligt de nadruk meer op geluid, dan op ritme. Iets dat tot bijzonder creatieve combinaties leidt, bijvoorbeeld in ‘Tangle’, ‘Paste Duchamp’ en ‘Stop Tea’, met als hoogtepunt dat spervuur aan roffels in het laatste stuk. Pas in ‘Rhumba Valley’ speelt ritme een bescheiden rol, mooi hoe Armaroli en Turner hier samenwerken. En prachtig de verrichtingen van Turner in het korte ‘Charlotte’s Underwear Dance’. Bijzonder is ook de ingetogen wijze waarop de twee rond elkaar cirkelen in ‘Breath-In’, op de grens van stilte en geluid. Tot slot van dit album klinkt het bijzonder ritmische ‘Not’, met prachtige, bijzonder strakke patronen aan het begin en vergaande abstractie naar het einde.

Geplaatst op 1 oktober 2022 door Ben Taffijn

By Neri Pollastri

December 9, 2022

Nell'intervista dello scorso anno Sergio Armaroli ci parlò dell'interessante rapporto artistico che aveva con Roger Turner, batterista e percussionista inglese che da oltre cinquant'anni esplora l'improvvisazione e la musica creativa. Quella collaborazione può essere ascoltata su questo disco edito dalla Leo Records, nel quale i due dialogano in nove brani di lunghezza e clima diversi, sempre però all'insegna dell'improvvisazione.

La cosa che colpisce particolarmente di questo lavoro è la semplicità e la rilassatezza con cui i due affrontano una prova non senza difficoltà e rischi qual è un dialogo improvvisato, per giunta tra soli strumenti percussivi. Semplicità e rilassatezza che dominano fin dall'abbrivo, ma che non vengono meno neppure laddove le sonorità si fanno più dure e intense, come nella breve "Charlotte's Underwear Dance," o i tempi divengono più veloci, come per esempio in "Rhumba Valley" o "It's." Segno, questo, di una profonda intesa artistica e musicale, ma anche di un'idea ben precisa di ciò che significa improvvisare e di quali debbano essere i suoi esiti.

Certo, a favorire questo clima sono anche il modo del tutto particolare in cui entrambi i protagonisti usano i rispettivi strumenti: liberi da cliché, con il vibrafono preparato e un approccio più percussivo dei colleghi Armaroli, con enorme varietà di stilemi e lontano dal modello tipicamente ritmico Turner, i due si scambiano le parti, fanno dialogare fittamente i suoni—si ascolti con attenzione, per esempio, la lunga e articolata "Breath-In," coloratissimo tessuto sonoro ricamato in coppia senza altri artifici che non l'inventiva degli artisti—sfruttando a pieno il contrasto che la profondità delle pelli e l'acidità delle superfici sfregate hanno con la lucentezza delle tessere del vibrafono percosse.

Un lavoro tanto originale, quanto suggestivo, che pur nella sua sorprendente atipicità conserva una grande fruibilità per qualunque orecchio sia disposto ad ascoltare. Frutto, anche questo, di quella rilassatezza e semplicità con cui i due musicisti si muovono sui loro strumenti.