Fra i lavori ultimi di Sylvano Bussotti “Grandi numeri” – lavoro del 2010 - è uno di quelli che esprime l’arte pittorica e al tempo stesso anche quella musicale. Il duplice aspetto, sia di immagine pittorica che di partitura, intesa non in senso tradizionale ma di rappresentazione sonora con vari livelli di interpretazione, non è certo una novità nella produzione di Bussotti, basti citare i “Piano pieces for David Tudor” del 1959. Le 13 icone che compongono l’intero, contengono musicalmente diverse tipologie interpretative, che vanno dall’improvvisazione all’alea combinatoria, alla precisione seriale e dodecafonica, interpolate con grande libertà e lirismo, lasciando ampio margine alla musicalità degli esecutori e al loro estro interpretativo. Ricorsi sonori, evidenti o in parte celati, libertà di inventiva in alcuni casi, addensamenti e rarefazioni timbriche e materiche, vengono interpolate con scapigliata disinvoltura dagli strumenti e dalla voce lungo tutto l’arco della composizione fino al numero 12, ripresa variata del numero zero: sottile riferimento, dopo molte libertà, ad una forma più classica e conclusione formale e numerica della serie.
E’ come sempre, con spirito di novità e di avventura, che i solisti di ImprovvisoFantasia – definizione che, anche se in modo molto parziale, tende a connotare musicisti che si dedicano da tempo a pratiche musicali come l’improvvisazione, l’elettronica, l’alea, il free jazz, la musica intuitiva, il genere misto ed altro ancora – hanno concepito l’esecuzione presente in questo CD. Tutti gli esecutori (in alcuni casi anche compositori) che aderiscono liberamente a questa formazione, senza per questo farne parte stabilmente, uniscono la propria esperienza a quella degli altri partner in uno spirito improvvisativo ed estemporaneo, assolutamente lontano da intenti accademici e autoreferenziali. In questo caso, un autore come Sylvano Bussotti, compositore tanto estraneo a logiche artigiane, quanto invece vicino ad una fenomenologia emozionale, sollecita i lati creativi dell’esecutore, suggestionandone le scelte attraverso una comunicazione grafica ricca di intuizioni, accenni e visioni sonore multipolari.
Giuseppe Giuliano
Amongst Sylvano Bussotti’s late works, “Large numbers” (2010) conveys pictorial as well as musical ideas. Scores that double as images as well as serving as the basis for sounds at many interpretive levels are not new to Bussotti’s oeuvre, for instance “Piano pieces for David Tudor” (1959). The thirteen icons that make up the piece span a variety of different kinds of musical interpretive approaches, from improvisation to random combinatorial games to serial twelve-tone precision, all pervaded by freedom and open to lyricism, giving the interpreters leeway to express their creativity. Recurring sound motifs, either patent or hidden, alternate with moments of free invention, and moments of dense timbre, full of material, follow rarefied ones, with instruments and voices called to interpret them with vivacious carefree assurance all the way to piece 12, which is a variation recalling piece 0, ending the freedom of the series in a more formal, classically defined conclusion.
The ImprovvisoFantasia musicians – a label that tentatively gathers under one umbrella soloists who have been for some time now travelling along musical directions such as electronic improvisation, game music, free jazz, intuitive music, mixed genres and many more - have taken up the challenge offered by the Bussotti score with their usual thirst for novelty and adventure. All performers – some of them composers as well – freely join in the group effort, committing for the occasion to this extemporaneous and improvisatory effort, the furthest removed from self-referential or academic intents. The choice of this score by Sylvano Bussotti, a composer who distances himself from artisanal music-making in order to go where emotions happen in music, is therefore a most liberating one, with its wealth of suggestions tapping into the performers’ creativity, score and performers together creating a rich web of musical intuitions, hints and expressing a multifaceted musical vision.
Traduzione di Pietro Roversi
ImprovvisoFantasia
Manuela Galizia, voce
Giuseppe Giuliano, pianoforte
Francesca Gemmo, pianoforte
Giancarlo Schiaffini, trombone
Michele Mazzini, clarinetto
Sergio Armaroli, percussioni
Sotto il nome di ImprovvisoFantasia, che connota perfettamente il loro spirito aperto di curiosi sperimentatori, si celano gli esecutori di Grandi Numeri: Manuela Galizia (voce), Giuseppe Giuliano (pianoforte), Francesca Gemmo (pianoforte), Giancarlo Schiaffini (trombone), Michele Mazzini (clarinetto), Sergio Armaroli (percussioni), Enzo Porta (violino), che in solitudine o incrociandosi in ensemble variabili, dialogando tra loro, più che eseguire, interpretano, danno vita a uno scenario pulsante, una performance dove suoni, silenzi e parole si muovono in una spiccata teatralità. Un ensemble che accetta la sfida degli spazi liberi o di tracce appena suggerite che l'autore dona loro. Lo fa con maestria, misura, senso creativo ma anche con una aderenza condivisa verso un autore complesso e molteplice, dalla frenetica inventiva come Bussotti.
Grandi Numeri: tredici brevi scenari dove il compositore fiorentino ci provoca. Ci ammalia con i romanticismi di "Quattro: pro Sa (d'Art) da un pianoforte lontano" sporcato sullo sfondo da un violino inquieto e distorto. Ci stordisce con l'attacco free-jazz di "Tre: paesaggio" che prosegue poi in nome di un astrattismo cangiante. Ci affascina con i quasi silenzi feldmaniani, il puntillismo di "Zero: (al mio) Pianoforte/la serie" per farci godere con "Dieci: anche (a 4) Pianoforti/Tutti", che evoca il teatro sonoro beriano, dove tutto l'ensemble coinvolto si muove come costretto dentro uno spazio angusto. Ogni strumento lancia un messaggio, un segno di esistenza che, impastandosi in una trama densa, costruisce un disordine eccitante.
Paolo Carradori, Il Giornale della musica